J. Lacan, Il Seminario, Libro VI, Il desiderio e la sua interpretazione [1958-59], Einaudi, Torino, 2016 p. 23. «La funzione del fantasma è di offrire al desiderio del soggetto un livello di messa a fuoco, di collocazione. Proprio per questo il desiderio umano ha la proprietà di essere fissato, adattato, raccordato non già a un oggetto ma sempre essenzialmente a un fantasma»
J. Lacan, Le Séminaire, livre VI, Le Désir et son interprétation (1958-1959), texte établi par J.-A. Miller, Paris, La Martinière / Le Champ freudien, 2013, p. 30. «La fonction du fantasme est de donner au désir du sujet son niveau d’accommodation, de situation. C’est bien pourquoi le désir humain a cette propriété d’être fixé, adapté, coapté, non pas à un objet, mais toujours essentiellement à un fantasme.
J. Lacan, Il Seminario, Libro VI, Il desiderio e la sua interpretazione [1958-59], Einaudi, Torino, 2016, p. 405 «La formula simbolica ($ ◊ a) dà la sua forma a quello che io chiamo il fantasma fondamentale. È questa la vera forma della cosiddetta relazione oggettuale, e non già il modo in cui è stata finora articolata. Dire che si tratta del fantasma fondamentale non vuol dire nient’altro che questo, e cioè che nella prospettiva sincronica esso assicura al supporto del desiderio la sua struttura minimale.
J. Lacan, Il Seminario, Libro XX, Ancora [1972-1973], Einaudi, Torino 2011, p. 75. «Questa $ non ha mai a che fare, in quanto partner, se non con l’oggetto a inscritto dall’altra parte della barra. Non le è dato raggiungere il proprio partner sessuale, che è l’Altro, se non tramite l’intermediazione di questo oggetto che è la causa del suo desiderio».
J. Lacan, Il seminario, Libro VI, Il desiderio e la sua interpretazione [1958-1959], Torino, Einaudi 2016, p. 344. «Nell’articolazione del fantasma, l’oggetto prende il posto di ciò di cui il soggetto è privo, vale a dire del fallo. È a partire da qui che l’oggetto assume la funzione che ha nel fantasma e che il desiderio, avendo come supporto il fantasma, si costituisce».
Lacan J., Le Séminaire, livre VI, Le Désir et son interprétation (1958-1959), texte établi par J.-A. Miller, Paris, La Martinière / Le Champ freudien, 2013, p. 370. «Dans l’articulation du fantasme, l’objet prend la place de ce dont le sujet est privé, c’est à savoir, du phallus. C’est de là que l’objet prend la fonction qu’il a dans le fantasme, et que le désir, avec le fantasme pour support, se constitue».
J. Lacan, Scritti, vol. II, Einaudi, Torino 1974, p. 857. «La pulsione divide il soggetto dal desiderio, desiderio che non si regge che sul rapporto che quello misconosce, il rappor to di questa divisione con un oggetto che la causa. Ѐ la struttura del fantasma».
J. Lacan, La direzione della cura e i principi del suo potere [1958], in Scritti, Einaudi, Torino, 1974 e 2002, p. 633. «Diciamo che il fantasma, nel suo uso fondamentale, è ciò grazie a cui il soggetto si regge a livello del proprio desiderio evanescente, evanescente perché la stessa soddisfazione della domanda gli sottrae il suo oggetto».
J. Lacan, La direzione della cura e i principi del suo potere [1958], in Scritti, Einaudi, Torino, 1974 e 2002, p. 634. «[…] è la posizione del nevrotico riguardo al desiderio (per dire in breve: al fantasma) a contrassegnare con la sua presenza la risposta del soggetto alla domanda, in altri termini la significazione del suo bisogno. Ma questo fantasma non ha niente a che fare con la significazione in cui interferisce. Infatti questa significazione proviene dall’Altro, perché dipende da lui che la domanda sia esaudita».
J. Lacan, La logica del fantasma [1969], in Altri scritti, Einaudi, Torino, 2013, p. 323. «Si vede […] dalle messe in atto del nevrotico che questi avvicina il fantasma solo con il binocolo, occupato com’è a sostentare il desiderio dell’Altro tenendolo in vari modi con il fiato sospeso. Lo psicoanalista può non farsi suo servitore».
J. Lacan, Il Seminario, Libro XIV, La logica del fantasma, [1966-1967], Einaudi, Torino 2024, p. 377 «Qual è allora il ruolo del fantasma nell’ordine del desiderio nevrotico? Ebbene, ho detto di significazione di verità».
J. Lacan, Il Seminario, Libro XIV, La logica del fantasma [1966-1967], Einaudi, Torino 2024, p. 377. «Nella vostra interpretazione [...] il fantasma dovrà sempre inscriversi in ultima istanza nei registri che ho proposto, vale a dire: per la fobia il desiderio prevenuto, per l’isteria il desiderio insoddisfatto e per l’ossessione il desiderio impossibile».
J. Lacan, Le Séminaire, Livre XIV, La Logique du fantasme (1966-1967), texte établi par J.-A. Miller, Paris, Seuil / Le Champ freudien, 2023, p. 421. «Dans votre interprétation […] le fantasme devra toujours, au dernier terme, s’inscrire dans les registres qui sont ceux que j’ai donnés, à savoir – pour la phobie, le désir prévenu – pour l’hystérie, le désir insatisfait – pour l’obsession, le désir impossible».
J. Lacan, Il Seminario, Libro X, L’angoscia, [1962-1963], Einaudi, Torino 2007, p. 31. «Il fantasma, sostegno del mio desiderio, è nella sua totalità sul lato dell’Altro».
Lacan J., Le Séminaire, Livre X, L’Angoisse (1962-1963), texte établi par J.-A. Miller, Paris, Seuil, 2004, p. 37. «Le fantasme, appui de mon désir est dans sa totalité du côté de l’Autre».
Miller J.-A., «L’orientation lacanienne. Du symptôme au fantasme, et retour», enseignement prononcé dans le cadre du département de psychanalyse de l’université Paris 8, leçon du 15 décembre 1982, inédit. «Le fantasme cache la division du sujet et du désir, c’est-à-dire cache au sujet qu’il ne sait pas ce qu’il désire».
Trad. nostra: «Il fantasma nasconde la divisione del soggetto e del desiderio, nasconde cioè al soggetto che egli non sa che cosa desidera».
M.T. Maiocchi, Guarire è un po’ morire? Funzione della metafora paterna e lutto dell'oggetto, “La Psicoanalisi”, 1, Astrolabio, Roma 1987, p. 135. «La disposizione del fantasma in rapporto all'oggetto causa del desiderio o alla domanda è perciò in questione fin dalle prime battute di una cosiddetta analisi infantile e proprio perché, sotto le mentite spoglie, il semblant della domanda di terapia, magari rieducativa, la dimensione della domanda d'amore e le sue vicissitudini transferali sono lì [...]».
S. Freud, Teorie sessuali dei bambini [1908], in Opere, vol. 5, Torino, Boringhieri 1972, pp. 463-464. «Negli anni della prepubertà si riallaccia un rinnovato slancio dell’esplorazione sessuale del bambino; ma le teorie che i fanciulli ora producono non hanno più la tipica e originaria impronta, che era caratteristica di quelle primarie piccolo-infantili, allorquando le componenti sessuali infantili potevano senza inibizioni e cambiamenti trovare espressione in teorie. I successivi sforzi di pensiero […] la loro importanza tuttavia sta piuttosto nel fatto che ridestano le tracce divenute inconsce di quel primo periodo dell’interesse sessuale».
G. Di Giovanni, La crisi in età adolescente, Borla, Roma 2010, p. 15. «La psicoanalisi getta una luce particolare sulla complessità dell’adolescenza. La scoperta sconvolgente di Freud pone infatti il tempo della pubertà come ricapitolazione e revisione della sessualità infantile, con compiti nuovi e complessi di distacco dalla famiglia e inizio di responsabilità autonome. Lacan mette particolarmente in evidenza il lavoro del soggetto nell’invenzione del fantasma, che dal labirinto delle identificazioni infantili isolerà l’oggetto singolare per ciascuno, perno di ogni relazione umana».
A. Di Ciaccia, La crisi dell’adolescenza, in V. Luciani (a cura di) Adolescenza e Psicoanalisi, Edizioni Marca D’Autore, Ascoli Piceno, 1997, pp. 25-26. «Così ancora una volta l’essere umano si ritrova, di fronte al fatto sessuale, strutturalmente impreparato. Questo reale sessuale nuovo, davanti al quale si trova confrontato, non è all’adolescente di alcuna utilità per rendere il rapporto sessuale possibile. Al contrario. Che gli resta allora? Gli resta il fantasma», p. 25. «Davanti al reale della pulsione egli rende possibile l’impossibile sintesi tra pulsione e oggetto ricorrendo al fantasma. In questo modo i fantasmi dell’età puberale vengono a mascherare quest’impossibile rapporto. È come se, quando due adolescenti si incontrano, facciano, ognuno per conto proprio, un vero incontro. Un incontro non già l’uno con l’altro, ma ognuno con il proprio fantasma», p. 26 «E ciò che, inoltre, complica ancor più le cose, è che i fantasmi che sono utilizzati […] sono solo dei vecchi fantasmi dell’infanzia rimessi in circolazione […]. Così il fantasma non soltanto serve a mascherare l’incontro mancato tra il ragazzo e la ragazza, ma anche a rendere questo incontro come una v ariazione musicale, sul tema di un fantasma infantile, giocato a quattro mani, dove ognuno della relazione gioca con l’altro, avendo, come partner fedele solo il proprio fantasma. Fantasma fedele, perché saprà accompagnare il soggetto anche quando avrà altri incontri», p. 26.